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Legambiente 5 misure concrete

Legambiente scrive ai sindaci delle città italiane: “La ripartenza ha bisogno di soluzioni green innovative e coraggiose per la mobilità, non restituiteci le vecchie città.”

Mobilità post COVID 19: ecco 5 misure concrete

Registro Nazionale Aiuti di Stato

Registro Nazionale degli Aiuti di Stato

  • Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato è lo strumento nazionale per verificare che gli aiuti pubblici siano concessi nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa comunitaria, al fine di verificare il cumulo dei benefici e, nel caso degli aiuti de minimis, il superamento del massimale di aiuto concedibile previsto dall’Unione Europea.
  • Oltre alle funzioni di controllo, il Registro rafforza e razionalizza le funzioni di pubblicità e trasparenza relativi agli aiuti concessi, in coerenza con le previsioni comunitarie.

The Digital Economy and Society Index (DESI) is a composite index that summarises relevant indicators on Europe’s digital performance and tracks the evolution of EU Member States in digital competitiveness.

 

Legambiente circolo di Lerici

Ripristinare il trasporto passeggeri via mare sulla tratta Lerici-La Spezia porterebbe notevoli vantaggi per l'ambiente e la qualità della vita del nostro territorio. Mitigherebbe di molto la pressione del traffico e del disagio causato: rumore, stress per l'ecosistema, degrado - in particolare sulla SP 331, (Gozzano,Scoglietti, San Bartolomeo). Una prima azione per una mobilità multimodale a basso impatto ambientale: treno, bicicletta, traghetto. Salutare, collettiva e, in qualche modo, divertente!  Invitiamo i comuni di La Spezia e di Lerici a farsi carico di questa istanza per l'attivazione, anche in via sperimentale, della tratta, collocandosi in un disegno più ampio di integrazione del trasporto marittimo passeggeri nel sistema del trasporto pubblico.

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Legambiente - tesseramento

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MEDITERRANEO

Mediterraneo vuole essere uno strumento di una città civile e libera, che si impegna a fare cultura, a partecipare allo scambio di idee, a cogliere le urgenze dell’attualità, a incontrare e ascoltare i protagonisti della vita culturale italiana, a far crescere un pensiero critico e riflessivo, a formare, d’intesa con scuole e università, le nuove generazioni.
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GRIS30 Gestione Rete Impresa

Il progetto si propone di:

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Legambiente circolo di Lerici

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Ridurre e riciclare prima di tutto!

ECOFORUM La gestione dei rifiuti in Italia

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Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici e sociali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano

 

History of atmospheric carbon dioxide from 800,000 years ago until January, 2016

Vai al sito CO2 Giornaliera https://it.co2.earth/daily-co2

Vai al sito https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/ff.html

Vai alla presentazione:https://youtu.be/Yb3NsMJ-YQ8

 

 

La Criminalità Ambientale in sintesi

I numeri dell’Ecomafia, la tipologia di reati, la concentrazione geografica, il business, l’incidenza dell’abusivismo edilizio, il racket degli animali e il valore in “nero” del traffico internazionale di rifiuti: la criminalità ambientale sintetizzata in dieci immagini.

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Dove è finita Vallestrieri?

Vallestrieri- Lerici  panoramica

Valle di Stefano, ( Valestrieri - Vastei) un manso lungo una delle principali vie  tra  Serra e Ameglia.

 

Nel  Codice Pelavicino, Valle Stephani, nel distretto di Barbazzano, è citata nei documenti n. 17, n. 375, n. 374, n. 381 e  n. 27, con i redditi e gli obblighi dovuti al vescovo e con i nomi di coloro che vi hanno vissuto.  Nel luogo viene citato un manso e compaiono poderi e case. Il luogo è sempre associato a territori noti appartenenti al distretto.

Valle Stephani nel Codice ,  Vallestrieri oggi; Vastei nel dialetto locale. Tutto lo farebbe pensare. Come San Giovanni diventa nella vulgata, Sanšane, San Terenzo Santuenšo e così San Lorenzo Sanluenšo e San Lazzaro, località tra Serra e Fiascherino diventa Sanlasio,  così Santo Stefano nel linguaggio dialettale   diventa San  Steve o Steven,e Stevi o Stei, nel caso se ne  ipotizzasse  il plurale. Il gioco è fatto. Ciò che in origine era un genitivo latino, Stephani, diventa un plurale e come  tale viene tradotto nel nostro gergo sempre in caccia di elisioni, Va’stei. Non è infatti da sottovalutare che questo sia l’unico toponimo nei territori che stiamo considerando, con il prefisso Valle, che abbia avuto nel tempo un notevole sviluppo agricolo, che sia una zona pianeggiante,  ricca d’acqua e ancora oggi abitata, possiamo dire con continuità.  Ma soprattutto e non è un dato da poco, si trova lungo una delle due arterie principali che da Barbazzano e da Lerici conducono a Ameglia. Un lericino ancora giovanile e di buona memoria, mi parlava con passione della sua infanzia al Debbio, durante  gli anni della guerra, nelle terre gestite dal nonno. Terre ricche di acqua  fornita da una sorgente in Vastei, che alimenta un enorme deposito costruito in epoca imprecisata nel sottosuolo e che ritrova la luce nella sottostante sorgente di Redarca.*  La presenza del toponimo Debbio, rimane di indubbia rilevanza storica, perché notoriamente richiama un insediamento abitativo e lavorativo medioevale. Il luogo, nella sua integrità territoriale, sovrasta e è ben visibile da Barbazzano, Portesone, Serra , Tellaro e buona parte del golfo. Questo lericino  ricorda, come ben ricordo io,  una torre quadrata esistente sino alla metà degli anni sessanta in località Colombiera, sottostante  il Debbio e nel medesimo contesto di Vallestrieri. Dalla torre, che sovrastava la sorgente di  Redarca, e ne controllava una via d’accesso,  si aveva un’ampia visione del golfo e del litorale.   La torre,che io ricordo quando avevo circa dieci anni, aveva un’altezza variabile fra i tre e i quattro metri, molto simile a quella di Barbazzano. Lui, afferma che  raddoppiasse in altezza soltanto una ventina di anni prima,  diroccando   poi per l’incuria e per le avversità atmosferiche,finché venne completamente abbattuta e le pietre   andarono depredate e disperse negli anni Settanta, durante l’allargamento delle strada che dall’attuale carrozzabile del monte Rocchetta riconduce alla vecchia via storica che attraversa Serra e Vallestrieri valicando verso Ameglia.      

 Il documento n.374 del “Pelavicino” è un atto importante ai fini della nostra storia sui territori ritrovati del distretto di Barbazzano. Si assiste, in diretta, alla permuta di territori tra il vescovo Gualtiero e i fratelli Uberto e Guglielmo. In cambio di una bradia nelle terre di Carrara, territorio campestre  e lavorativo assimilabile al cafadium, i fratelli, cedono il loro feudo con uomini, decime, redditi e ogni diritto nelle terre del distretto di Ameglia e di Barbazzano. Siamo nell’anno 1197, terzo giorno delle idi di marzo. Testimoniano sulla veridicità dei possessi e dei redditi,  alcuni abitanti dei luoghi di La Cala, La Crosa (non ancora identificata) e Mezzana. Parte dei territori resi al Vescovo, si trovano nella regione compresa tra la fonte di Capodacqua sino al Monte del Sughero (tra la cima del Rocchetta e Camberano; la sella del Rocchetta) e dalla Valle di Stefano, (l’attuale Vallestrieri) di qua fino al mare.

I fratelli Uberto e Guglielmo altri non sono che Alberto e Guglielmo Spinelli, probabilmente avvocati della Curia Lunense  che godevano di non pochi privilegi e benefici. Compaiono citati nel Codice Pelavicino ai documenti n. 9, n. 373 e n. 375. I due fratelli gestivano un vasto feudo interno alla corte di Ameglia e la loro carica era tra le più prestigiose nell’amministrazione del Vescovo-Conte. In caso di guerra, portavano il gonfalone della loro chiesa e servivano il vescovo tenendo le redini del suo cavallo durante le cerimonie importanti a cui esso partecipava. Non avevano oneri pubblici e come compenso nei loro interventi a favore della chiesa e della persona del vescovo, ricevevano la terza parte dei bandi e delle pene pecuniarie e gli alimenti per il loro mantenimento;  inoltre, dovevano  ricevere gli speroni del vescovo al momento dell’investitura dello stesso, giurandogli fedeltà e vassallaggio (C.P. n. 9 ). Nell’atto sopra citato  è l’elenco di quanto possedevano in feudo nel distretto di Ameglia e di Barbazzano, entro gli attuali confini del comune di Lerici. Altri possedimenti si trovano nel comune di Ameglia e vengono indicati come manso del Cerreto, bradia di Arenale, manso di Sorbolo, terre di Cortiola e la terra dei figli di Gotolo.  Tutte terre sulle quali il Vescovo-Conte esercita direttamente il proprio potere. 

 

*Il deposito venne fatto costruire nei prini anni del ‘900 dal nonno con operai della Serra

Quanto sopra è sunto degli articoli pubblicati su LERICI IN  n.9 n.10 aosto -settembre 2010

Valestrieri fu oggetto di esproprio per la costruzione di un forte. Di fatto

il forte fu costruito tra il 1887 e il 1879 sul Rocchetta e fa parte del complesso difensivo già voluto da Napoleone a difesa dell’Arsenale Militare della Spezia e ancora oggi mantiene il suo perimetro originale.

Gino Cabano

Dov'è ora Vallestrieri?

Italia Turismo società immobiliare a capitale interamente pubblico specializzata nello sviluppo e nella riqualificazione di strutture ricettive, con particolare attenzione alle regioni del Sud.
Controllata dal Gruppo Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. e partecipata da Fintecna Immobiliare S.r.l., è impegnata ad attuare il programma dei Poli Turistici Integrati, un progetto turistico di grande respiro architettonico e standing internazionale, che prevede un investimento complessivo di 200 milioni di euro.

Guarda come è censito Vallestrieri

Camera dei deputati - Tema green economy