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Registro Nazionale Aiuti di Stato

Registro Nazionale degli Aiuti di Stato

  • Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato è lo strumento nazionale per verificare che gli aiuti pubblici siano concessi nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa comunitaria, al fine di verificare il cumulo dei benefici e, nel caso degli aiuti de minimis, il superamento del massimale di aiuto concedibile previsto dall’Unione Europea.
  • Oltre alle funzioni di controllo, il Registro rafforza e razionalizza le funzioni di pubblicità e trasparenza relativi agli aiuti concessi, in coerenza con le previsioni comunitarie.

The Digital Economy and Society Index (DESI) is a composite index that summarises relevant indicators on Europe’s digital performance and tracks the evolution of EU Member States in digital competitiveness.

 

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Mediterraneo vuole essere uno strumento di una città civile e libera, che si impegna a fare cultura, a partecipare allo scambio di idee, a cogliere le urgenze dell’attualità, a incontrare e ascoltare i protagonisti della vita culturale italiana, a far crescere un pensiero critico e riflessivo, a formare, d’intesa con scuole e università, le nuove generazioni.
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  • fornire alle piccole e micro imprese uno strumento di gestione  per le attività commerciali  e di relazione, aumentandone  la visibilità e la capacità di azione e stimolandone la crescita economica
  • promuovere l’aggregazione e la collaborazione tra imprese, la condivisione delle conoscenze, la creazione di valore sociale attraverso un modello organizzativo a rete di tipo paritetico.

www.gris30.eu

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Raccolta firme

Scarica la Petizione    Scarica il Modulo di raccolta firme    Collabora   Comunicato Stampa di Legambiente

Per una corretta Gestione del Verde Pubblico e Privato

LEGAMBIENTE Lerici Avvia una raccolta firme a sostegno della seguente petizione:

  • Chiediamo che il Comune di Lerici adotti un Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano redatto in conformità ai principi sanciti dall’articolo 9 della Costituzione, dal DLgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), dal DLgs 152/2006 (Codice dell’Ambiente) dal D.Lgs 10/2013 (Norme per lo sviluppo delle aree verdi urbane ) dalla Convenzione Europea del Paesaggio, e dall’Agenda2030 dell’ONU.
  • Il patrimonio vegetale è una componente strutturale del paesaggio e, come bene comune, va tutelato in relazione all’indiscutibile valore per l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi. Va tutelato per l’igiene dell’aria, dell’acqua e del suolo, per il benessere delle persone che in questi territori abitano, vivono e lavorano, per le ricadute sociali, ricreative, culturali e didattiche, ed anche economiche come valore intrinseco del nostro territorio.
  • Chiediamo dunque che il Comune di Lerici inserisca il “Piano Comunale del Verde” come strumento strategico nella pianificazione urbanistica locale, per una ampia e corretta attuazione della Dlgs 10/2013, per il disposto costituzionale, per gli impegni presi in sede di Unione Europea e ONU.
  • Chiediamo che i processi progettuali, decisionali e di controllo avvengano con la partecipazione attiva di singoli cittadini, delle parti sociali e dei gruppi di espressione della società civile.

 

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Lerici lungomare Vassallo

La Sovraintendenza sospende il taglio dei pini sul lungomare

  • Giovanni Cortelezzi 02/12/2022

Da alcuni giorni gira voce dell’imminente abbattimento di 9 (NOVE) conifere che caratterizzano il lungomare lericino tra i due pontili. Si apprende che l’abbattimento sarebbe funzionale ad un ipotetico quanto sconosciuto progetto di riassetto dei giardini pubblici di Lerici. Nella relazione agronomica di questo progetto definito “Manutenzione straordinaria del lungomare Vassallo” (relazione del 10/10/2022) si fa riferimento ad un altro ipotetico quanto altrettanto sconosciuto progetto di “riqualificazione architettonica dei giardini” che prevede l’abbattimento delle nove conifere d’alto fusto per fare posto a un secondo “parco giochi” a prescindere dallo stato di salute e stabilità delle piante.

Un provvidenziale quanto repentino intervento della Sovraintendenza - l’area interessata è soggetta a vincolo paesaggistico di insieme - ha immediatamente bloccato i lavori di taglio, chiesto ragguagli sulla consistenza dei progetti e la predisposizione di una indagine strumentale sulla stabilità delle piante interessate (nella relazione agronomica la valutazione era stata fatta “ad occhio”).

Tra gli alberi destinati all’abbattimento è compreso il magnifico cipresso esotico, esemplare segnalato al Ministero come albero monumentale, figura centrale del piccolo “bosco urbano” che separa il passeggio lungomare dal parcheggio delle moto.

Proprio nel marzo di quest’anno sono entrate in vigore le modifiche apportate alla nostra Costituzione in materia di tutela dell’ambiente. Nei Principi Fondamentali, all’art.9 “… La Repubblica …  tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, è stato aggiunto “tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” (compresi i passeracei che nidificano sugli alberi e nei cespugli). Nella parte “Diritti e doveri dei Cittadini”, l’articolo 41 è stato così modificato “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. … “. Costituzione alla quale si deve prestare esplicito giuramento, quando, con mandato di rappresentanza, si accede, pro tempore, ad amministrare la cosa pubblica.
Tra i beni, materiali e immateriali, che costituiscono il patrimonio pubblico e collettivo, il verde urbano, pubblico e privato, ne è parte importante. Del verde urbano la componente arborea è la parte più significativa per il suo valore paesaggistico, storico, culturale, sociale e ambientale.
Gli alberi costituiscono un sistema vivente in continua evoluzione che va considerato e rispettato e che richiede una costante attività di monitoraggio, manutenzione, valorizzazione e tutela.
Tale gestione deve tenere in debita considerazione sia la sicurezza dei cittadini sia l'opportunità di mantenere inalterate le capacita bioecologiche, funzionali, paesaggistiche e ornamentali dell’insieme arboreo, rispettando le aspettative, gli interessi e la salute di tutta la collettività.
Questo ultimo fatto mette in luce, nel migliore dei casi, scarse sensibilità e cultura nella gestione del verde pubblico. Per questo LEGAMBIENTE Lerici ha iniziato una raccolta di firme con la quale si chiede al Comune di dotarsi di un Piano Comunale del Verde come strumento strategico e di un Regolamento del Verde come strumento operativo in modo da dare una ampia e corretta attuazione al disposto normativo e legislativo nazionale. LEGAMBIENTE Lerici chiede anche che tali processi, progettuali, decisionali e di controllo avvengano in modo trasparente e con la più ampia e attiva partecipazione dei cittadini, delle parti sociali, delle associazioni.

 

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Comunità energetiche rinnovabili per l’autosufficenza energetica del nostro territorio

  • Giovanni Cortelezzi 10/05/2022

Avere intrapreso la strada della neutralità energetica  per l’abbandono delle fonti fossili ci pone, come Unione Europea, primi al mondo in un percorso difficile e complesso quanto necessario e possibile. Uno sforzo collettivo che pone anche noi, nel nostro piccolo territorio, nonostante il violento ingresso sulla scena europea del massimo concorrente sociale ed economico costituito dalla  guerra, davanti all’obiettivo dell'autonomia energetica. Obiettivo ambizioso che richiede innanzi tutto una precisa ed esplicita volontà politica di tutte le amministrazioni, comunali, provinciali, regionali nel costruire una strategia comune e coerente con gli impegni presi e condivisi a livello di Unione e la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, del mondo delle imprese, degli enti, pubblici e privati, del terzo settore e delle associazioni.
Si tratta di un percorso verso il cambiamento radicale nelle modalità di produzione, distribuzione e consumo dell’energia che prevede il passaggio da un modello di produzione centralizzato a un modello fortemente decentralizzato, la trasformazione della distribuzione con reti adatte a gestire efficacemente produzione e consumo (le c.d. smart grid), la creazione di comunità capaci di produrre e gestire energia prodotta in modo sostenibile da fonti rinnovabili.
 Una trasformazione che produce  un evidente risparmio economico  non essendo più vincolati alla disponibilità ed ai costi dei vari combustibili fossili, una riduzione sostanziale di inquinanti che si traduce in un miglioramento della salute pubblica ed ambientale, la creazione di nuove competenze, di lavoro pulito e qualificato attraverso l'uso di tecnologie innovative e nuovi modelli gestionali.
 Il nostro Paese con la pubblicazione del DL 199 del 30/11/2021 completa il percorso di attuazione della direttiva europea sulle energie rinnovabili. Su questo processo di trasformazione, che mira a coprire attraverso le comunità energetiche il 30% dell'obiettivo climatico entro il 2030, Legambiente è presente e attiva sia a livello nazionale che territoriale
E proprio in riferimento alla nostra realtà locale i circoli provinciali di Legambiente propongono una strategia territoriale che miri alla creazione di un distretto delle energie rinnovabili, in grado di coinvolgere i cittadini e tutti i portatori d'interesse compreso i grandi operatori come ENEL, centri di ricerca come ENEA e CNR capaci di portare conoscenza e sperimentazione in particolare sui sistemi di accumulo, attività produttive e commerciali, il mondo dell'associazionismo, le istituzioni locali legati tra loro dalle comunità energetiche rinnovabili, vere protagoniste della transizione energetica.

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Navi e Motori

  • Giovanni Cortelezzi 14/02/2021

Qualche settimana fa, passeggiando lungo le colline, godendo del paesaggio in una delle poche giornate di sole che hanno inframezzato questo lungo periodo di pioggia, ho contato, ferme nel golfo, cinque navi da crociera con i loro comignoli fumanti che, con la brezza, portano verso terra il loro carico di monossidi, perossidi e impalpabili pulviscoli. Scorrendo l’ultimo rapporto annuale della Federazione Europea Trasporti e Ambiente (T&E), con brevi interpolazioni si deduce che queste grandi navi consumano, da ferme, una media di 5-6 tonnellate all’ora di carburante, nafta o gasolio che sia. Leggevo giusto in questi giorni di un amministratore locale preoccupato dei fumi di quattro piccoli motori fuoribordo in dotazione ai barchini che fanno il servizio stagionale agli ormeggi nella rada di Lerici. Giusta considerazione, facilmente risolvibile, se si vuole, con propulsori elettrici e magari cogliere l’occasione per migliorare il servizio. Colpisce però la drammatica incompetenza nella valutazione del rischio incompetenza che si riverbera poi nella mancanza di azioni a tutela della natura, dell’ambiente e del paesaggio.
Abbiamo a che fare, quotidianamente, con le grandi e piccole conseguenze del cambiamento climatico. Fatti molto spesso drammatici con danni economici ingenti alle cose, all’ambiente e con numerose perdite di vite, anche umane. L’ultimo rapporto Global Climate Risk Index pone, nel periodo 2000-2019, l’Italia al 22mo posto con 20 mila morti e 30 miliardi di danni, con una tendenza di crescita del 9%. In ogni parte del mondo, così come nel nostro golfo, si presentano fenomeni meteorologici che per intensità continuiamo a chiamare estremi ma che per frequenza stanno diventando la norma. Nelle previsioni di un recente studio di ENEA, presentato nel 2019 agli amministratori locali, si parla di un innalzamento del livello del mare, nel golfo di Spezia, di 30 centimetri entro il 2050 e oltre il metro entro il 2100. In questo scenario viene riproposto un progetto di pontili galleggianti nato con i criteri di trent’anni fa, rimaneggiato e imbruttito nel tempo, e, in piena crisi sanitaria con i risvolti economici e sociali che conosciamo, a tale progetto viene pure data una priorità quasi assoluta. Ce n’è bisogno? Il rapporto annuale del MIT (Ministero Infrastruttura e Trasporti) sulla nautica da diporto registra, per la Liguria, un indice di affollamento dei posti barca disponibili del 74%, più che accettabile!  Le premesse non sono buone. In questi anni abbiamo visto fallire nel nostro Comune la tanto decantata politica di residenzialità, il piano strategico sulla gestione dei rifiuti arenarsi in dispute legali, abbiamo visto depauperare il patrimonio arboreo, un salutare boschetto di pini, unico nel suo genere e fondamentale componente di paesaggio urbano, lasciare il posto ad una spettrale e anonima piazza. L’icona di Lerici, il Castello, lasciato senza cura. Ci viene presentato un progetto che prevede una fila di gabinetti vista mare praticamente in piazza, la copertura con pontili galleggianti di un terzo della rada, e, in mare, più di quattromila tonnellate di corpi morti in cemento, un colpo di grazia all’ecosistema urbano e marino di Lerici.
In territorio comunale abbiamo il distretto di Pertusola/Muggiano, a ridosso della diga foranea, riguardo al quale il Piano Urbanistico Comunale tutt’ora vigente prevede un utilizzo turistico, ricreativo e di servizio compresa la creazione di un porticciolo. A questo si somma l’acquisizione, con il federalismo demaniale, dell’area dei Pianelloni e Santa Teresa. Perché non se ne parla?

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Pontili? No Grazie!

  • Tiziana Cima 09/02/2021

Attualmente Lerici  si affaccia su una rada (perchè appunto trattasi di rada, non porto) piccola e gradevolmente vissuta , dove coesistono attività diverse per funzione e  tutte di contenute dimensioni: il mercato del pesce, i relativi pescherecci, i servizi a terra per le barche, i 2 piccoli pontili per i traghetti, il pontile del circolo Erix, anch'esso limitato nella lunghezza e così via.  Il risultato è una notevole piacevolezza del luogo, la cui varietà di elementi costituisce quel mosaico prezioso per il paesaggio e la vita della comunità.
Purtroppo negli anni le barche in mare sono aumentate a dismisura, e per risolvere il problema invece di affrontare la concreta riduzione del numero di gavitelli, si mette mano ai famosi pontili
Se ne  parla almeno da 30 anni, ma se finora erano rimaste parole  questa amministrazione pare  decisa a realizzarli, in nome “dell'ordine e della razionalizzazione” degli spazi.
Ed ecco  che verranno posizionati pontili per centinaia di metri, per ospitare un terzo delle barche ora a gavitello, 420 su 1200.   La foto,riveniente dal progetto presentato al Comune un anno fa, mostra bene la  sproporzione tra le dimensioni del Castello e l'enormità del progetto .  A ciò si aggiungano 8 cabine per  i servizi igienici,  previsti sulla scogliera tra i due attuali pontili dei vaporetti, proprio fronte mare.
Per l'ancoraggio, sono previsti 4160 tonnellate (ripeto 4160 ton) di corpi morti in cemento, che ridurranno ulteriormente il ricambio d'acqua, già ora ridotto a causa dell'insabbiamento progressivo. 

La densità di barche davanti al cuore del paese  creerà un intenso traffico di persone  dove già ora insiste la fermata del bus, il mercato settimanale, lo spazio per passeggiare.    
Inoltre la comodità della barca al pontile, servita di acqua e luce, farà sì che molte di quelle più grandi verranno utilizzate come “seconde case” , e poiché la maggior parte della flottiglia italiana è vecchia e non dotata di serbatoio per le acque nere, si può immaginare cosa diventerà lo specchio di mare dove ora si può ancora andare a fare un bagno.

Altro punto:

nonostante le 4160 tonn.di corpi morti, non è affatto certo che ad una libecciata forte (ed a causa del  cambiamento climatico se ne prevedono sempre di più) non si producano cospicui danni , per cui è lecito ipotizzare magari ulteriori rinforzi di sicurezza tipo diga frangiflutti che chiuderà definitivamente la rada.
Ma veramente la comodità di 400 proprietari di barca vale lo snaturamento di un borgo che finora in qualche modo ha mantenuto il suo fascino?
Moltissimi cittadini esprimono il loro dissenso ( compresi proprietari di barca, consapevoli della rovina del paesaggio ) attraverso una raccolta firme ancora in corso organizzata dalla Soc. Marittima e Legambiente Lerici.

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