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NEL SENTIERO DI LAWRENCE TUTTA LA CRISI DEI COMUNI di Giorgio Pagano - 25 aprile 2014 Marco Preve ha raccontato su Repubblica una vicenda emblematica: un magnate russo ha comprato dal Comune di Lerici un sentiero storico a Fiascherino per poter ampliare la sua villa. Ne costruirà un altro ai margini della sua proprietà, e darà al Comune un milione di euro; ma il valore del suo immobile sarà notevolmente incrementato. La vicenda è emblematica perché ci spiega bene la crisi dei Comuni italiani. Innanzitutto crisi di idee: se il nostro futuro è il turismo “attivo” e “emozionale”, che cerca natura, paesaggio, storia e cultura, Lerici dà, almeno in questo caso, un messaggio nella direzione opposta. Lerici è stata una terra amata e frequentata dai poeti -il sentiero di Fiascherino è legato alla permanenza di David Herbert Lawrence- e da questo tratto fondante della sua tradizione dovrebbe ricavarne un “progetto bandiera” per l’avvenire. Ma di questa progettualità non c’è traccia.
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LERICI RIBELLE
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di
Città della Spezia 27 aprile 2014
Il mio primo ricordo della villa del “Fodo” risale all’infanzia: come tutti i bambini di Lerici, nelle belle domeniche andavo in collina, alla Rocchetta o a Montemarcello. Mio padre, lericino e lavoratore del Muggiano, mi raccontava della tipografia clandestina. Poi ci sono tornato da ragazzo, dopo aver letto il bel libro di Giuseppe Fasoli a essa dedicato (si veda, in questa rubrica,”Giuseppe Fasoli, un comunista, un cristiano, un liberale”, 16 giugno 2013). Ora è una mia meta consueta, in compagnia degli amici della sezione Anpi di Lerici. Sono salito al “Fodo” anche nei giorni scorsi, per celebrare il 25 aprile. C’erano i ragazzi delle scuole, con i loro insegnanti e con le guide naturalistiche del Parco Montemarcello-Magra. Mario Peoni dell’Anpi ha raccontato la storia della tipografia clandestina, avvincente come un romanzo. Qui vennero stampati i volantini dello sciopero del marzo 1944, commemorato il 24 aprile all’Oto Melara dal Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. La tipografia fu installata nel novembre 1943. La macchina, pesantissima, fu prelevata a Spezia e nascosta in un carro coperto di fieno trainato da un robusto cavallo. Giunta a destinazione, fu montata all’interno di una cisterna sotterranea nell’aia della villa, in modo tale che non se ne sentisse il rumore durante il funzionamento. Un partigiano stampava, l’altro sorvegliava.
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.. e questo è il fiore del partigiano, nato nella Libertà
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- Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
- Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
- Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, dilingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
- Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
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- Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Costituzione Italiana (PDF)
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We are happy From ....... Lerici
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti". La luna e i falò, Cesare Pavese
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