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Registro Nazionale Aiuti di Stato

Registro Nazionale degli Aiuti di Stato

  • Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato è lo strumento nazionale per verificare che gli aiuti pubblici siano concessi nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa comunitaria, al fine di verificare il cumulo dei benefici e, nel caso degli aiuti de minimis, il superamento del massimale di aiuto concedibile previsto dall’Unione Europea.
  • Oltre alle funzioni di controllo, il Registro rafforza e razionalizza le funzioni di pubblicità e trasparenza relativi agli aiuti concessi, in coerenza con le previsioni comunitarie.

The Digital Economy and Society Index (DESI) is a composite index that summarises relevant indicators on Europe’s digital performance and tracks the evolution of EU Member States in digital competitiveness.

 

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NEL SENTIERO DI LAWRENCE TUTTA LA CRISI DEI COMUNI

di Giorgio Pagano - 25 aprile 2014

 

Marco Preve ha raccontato su Repubblica una vicenda emblematica: un magnate russo ha comprato dal Comune di Lerici un sentiero storico a Fiascherino per poter ampliare la sua villa. Ne costruirà un altro ai margini della sua proprietà, e darà al Comune un milione di euro; ma il valore del suo immobile sarà notevolmente incrementato. La vicenda è emblematica perché ci spiega bene la crisi dei Comuni italiani. Innanzitutto crisi di idee: se il nostro futuro è il turismo “attivo” e “emozionale”, che cerca natura, paesaggio, storia e cultura, Lerici dà, almeno in questo caso, un messaggio nella direzione opposta. Lerici è stata una terra amata e frequentata dai poeti -il sentiero di Fiascherino è legato alla permanenza di David Herbert Lawrence- e da questo tratto fondante della sua tradizione dovrebbe ricavarne un “progetto bandiera” per l’avvenire. Ma di questa progettualità non c’è traccia.

 

Questa crisi di idee è dentro una crisi più generale di ruolo e di funzione dei Comuni. Da almeno un quindicennio è in atto una spoliazione dei loro poteri e delle loro risorse che ha come ultimo obbiettivo la scomparsa della funzione pubblica e sociale dell’ente locale, come sin qui l’abbiamo conosciuta. Messi con le spalle al muro dal punto di vista economico, i Comuni sono spinti a privatizzare quello che possiedono, dal territorio al patrimonio ai servizi. La norma che consente di utilizzare gli oneri di urbanizzazione -che i privati versano ai Comuni quando edificano- per la spesa corrente dei Comuni stessi invita gli amministratori a consegnare porzioni di territorio e di beni comuni agli speculatori immobiliari. Prima erano i costruttori che andavano negli uffici comunali per poter cambiare destinazione d’uso ai terreni e ampliare gli immobili. Oggi sono gli amministratori che inseguono i costruttori per poter incassare gli oneri. I Comuni sono dunque davanti a un bivio cruciale: essere gli esecutori ultimi di un processo di privatizzazione o rappresentare il loro territorio e i cittadini che lo abitano, contrastando questo processo.

Per fare la scelta giusta occorrono amministratori lungimiranti e liberi. Non corrisponde purtroppo al vero la mitologia che nei territori ci siano grandi riserve di rappresentatività e di “buona politica”: cresce invece un ceto politico “professionalizzato” che ha come obbiettivo principale la propria carriera nelle istituzioni, spesso in rapporto stretto con gli “interessi” operanti nei territori stessi. Trasformismo e notabilato locale stanno prendendo il sopravvento. Ma esistono ancora amministratori che incarnano una politica che si ispira a valori e interessi collettivi, capaci di dare piuttosto che di chiedere. La battaglia perché non scompaia il ruolo sociale e pubblico dei Comuni è nelle loro mani, e in quelle delle “cellule della solidarietà e della cultura” e dei cittadini attivi che sono impegnati in ogni comunità locale.