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Viviamo in un’epoca in cui la dimensione
sacra della musica appare remota e perdu-
ta. Le televisioni si appropriano continua-
mente di musiche e suoni, spesso inutili e
superficiali, anche se talvolta significativi
e storicamente importanti. Ci abituano a
un ascolto distratto, decontestualizzato, e
bombardando
inutilmente le nostre orec-
chie contribuiscono alla decadenza
dell’ascoltatore. L’esperienza reale della
musica è da riscoprire, così come la consa-
pevolezza dei suoni e dei rumori. Provare
a meditare sull’ascolto, cercare di penetra-
re l’essenza di una musica, con presenza
mentale, lucidità e corretto trasporto, ci
aiuta a riscoprire un potere ancestrale
compromesso dalla frenesia moderna, dal-
la superficialità del nostro vivere e
dall’annientamento sensoriale dell'inquina-
mento acustico. Dal più antico sciamanesi-
mo, dal quale ha origine probabilmente
tutta l'arte, alla dottrina dell’
éthos
di Da-
mone, dai
Raga
dell'India all'Antica Cina,
fino a giungere alla moderna musicoterapi-
a, si è sempre cercato di comprendere le
corrispondenze tra anima e musica, speri-
mentando con suoni, armonie e melodie.
La musica guida le nostre emozioni e può
curarci. Sviluppando la consapevolezza
dei fenomeni sonori si avrà sempre più
bisogno di pace e silenzio, di spegnere la
tv quando non si presta attenzione, e con-
temporaneamente, di trovare tempo da
dedicare solamente ad un sano ascolto.
Riscoprire la meraviglia, il trasporto men-
tale e fisico degli antichi ascoltatori, greci,
indiani, celti o egiziani che siano, certa-
mente sarebbe conseguenza di una trasfor-
mazione psichica e spirituale dell'individu-
o, sorta da un richiamo antico in grado di
svelare la natura illusoria delle abitudini,
dei pregiudizi dettati dal contesto sociale/
culturale, e di armonizzarci con cicli e rit-
mi ben più naturali dei nostri. Riattivare le
connessioni più profonde con i suoni acu-
stici e primordiali di tamburi, flauti e cor-
de, e percepire l’origine del suono o delle
melodie, può riconnetterci a ciò che abbia-
mo perduto: a quel sentimento di unione
con il Tutto, all’amore per la natura, a que-
sti antichi valori smarriti. La musica nel
suo diretto esprimersi non passa attraverso
i simboli del mondo esteriore ma di esso
crea un'astrazione metafisica, con un lin-
guaggio non vincolato, comprensibile so-
lamente con il
fiore dell'intuire
. Ecco per-
ché essa è considerata la più divina delle
arti.
Musica
Per una musica sapienziale
(parte prima)
di Alessandro Arturo Cucurnia
Filosofia
Entanglement: per una nuova
“meta-fisica”
di
Francesco Pelillo
Mi hanno comunicato che posso evitare di
timbrare il cartellino in uscita questa sera.
La mia scrivania è vuota, pulita come non è
mai stata in questi anni. I cassetti metallici
scorrono veloci: una manciata di fermagli,
qualche matita, un mozzicone di gomma
annerito. Nell’ultimo cassetto in basso ro-
tola allegro il tappo di una bottiglia di spu-
mante con la sua gabbietta di fil di ferro:
quel che resta di una lontana e dimenticata
promozione con relativo passaggio di cate-
goria e modesto aumento di stipendio.
“Potrà così coltivare i suoi interessi…”
“Certamente Dottore”
“Nipotini ne ha?”
“Ho ancora i figli piccoli”
“Se è così non si annoierà”
Dei miei amici ne mancano molti, troppi:
“Lasciaci il numero di telefono, l’indirizzo;
mi raccomando fatti vivo!” Il cestino è col-
mo di carta. Non è necessario che continui
a guardare l’orologio questa sera. “Il Dot-
tore l’attende”. “Lei entra a far parte di una
grande famiglia!”. Sono passati tanti anni
da quel giorno, trentotto per l’esattezza.
Ricordo il Direttore del personale che mi
dava il benvenuto, era molto autorevole,
avevo l’impressione che parlasse maiusco-
lo. “Sa che cosa diceva Napoleone?” No,
non lo sapevo, non sapevo cosa c’entrasse
Napoleone con la mia assunzione, ma co-
munque ero felice e potevo anche dimo-
s t rare int eresse per l e parole
dell’Imperatore. “Ogni soldato della
Grand
Armeé
ha nello zaino il bastone da Mare-
sciallo. Capisce cosa vuol dire?” E io zitto.
“Lei ha capito benissimo, lei è una persona
intelligente e preparata. Questo è il suo
curriculum,
lo riconosce vero? E queste
sono le informazioni che abbiamo su di lei,
le saranno offerte molte opportunità qui da
noi; veda di non farsele scappare”. Le op-
portunità devono essere scappate in fretta e
il bastone da Maresciallo forse è ancora in
fondo allo zaino. Questa sera prima di usci-
re sarà bene che lo restituisca. Potrei uscire
prima dell’orario, ma non ho voglia di pas-
sare davanti alle scrivanie dei colleghi an-
cora al lavoro. Sono le cinque, questo po-
meriggio le lancette dell’orologio sono sta-
te velocissime. Sento voci che si allontana-
no, un collega si affaccia alla porta:
“Ancora qui! Non scappi a gambe levate?”.
Lo saluto cercando di sorridere. Quando
non sento più voci nei corridoi mi avvio
verso l’uscita. Non ho restituito il bastone
da Maresciallo, non l’ho trovato. Forse non
c’è mai stato.
Se accettiamo i dati delle neuroscienze che
ci consentono di ricondurre i moti della
mente umana alle strutture cerebrali che li
generano a partire dal livello biologico del-
le cellule neuronali, e procediamo a ritroso
nelle indagini sulla loro genesi passando
dal livello molecolare a quello atomico,
non possiamo che approdare al loro livello
quantistico. Qui troviamo fenomeni come
l'
entanglement
che vede le interazioni tra
alcune particelle elementari attuarsi in con-
trasto con le leggi che regolano il cosiddet-
to mondo fisico, e trovare invece rispon-
denza nei principi di non località e atempo-
ralità che ci sembrano caratterizzare il co-
siddetto mondo spirituale. Infatti, accade
che inducendo una modificazione nello
stato quantistico (
spin
) di una particella,
avviene una modificazione di stato in quel-
la ad essa associata, dovunque essa si trovi.
L'
entanglement
venne ipotizzato per la pri-
ma volta nel 1926 da Erwin Schrödinger.
Oggi gli esperimenti di Jian-Wei Pan in
Cina e di Anton Zeilinger alle Canarie han-
no confermato la validità della teoria, tra-
sferendo lo stato quantistico di fotoni ri-
spettivamente a 97 e 147 chilometri di di-
stanza in un tempo zero, e questo ci ha da-
to la prova che è possibile trasferire infor-
mazioni istantaneamente, in contraddizione
con la Teoria della Relatività che vede nel-
la velocità della luce il limite invalicabile
per qualsiasi interazione tra gli "oggetti"
della nostra dimensione. Ora, se sistemia-
mo questi dati in una visione olistico-
sistemica della realtà, che presuppone la
totale interdipendenza di tutti i fenomeni,
ci dovrebbe essere consentita una rilettura
in chiave scientifica di fenomeni che anco-
ra definiamo "paranormali" solo a causa di
una idea di normalità fondata su dati ma-
croscopici e quindi parziali. Oggi infatti,
paradossalmente, proprio grazie a quel ri-
duzionismo che sembra ancora voler mi-
nacciare il senso stesso della nostra
"umanità", siamo pervenuti a una visione
energetica dei fondamenti della realtà-tutta
che ci consente plausibilmente di mettere
in rapporto il livello quantistico con quello
mentale, e quindi, di affrontare le proble-
matiche sollevate, ad esempio, dallo scia-
manesimo e dalle sincronicità junghiane, o
dall'empatia e dalle premonizioni, consen-
tendo di ricollocarle in un quadro di regole
universali perché riguardano il livello ener-
getico comune a tutti i fenomeni. Per com-
prendere la portata delle implicazioni sul
piano umanistico di questo nuovo paradig-
ma che sembra delinearsi, è necessario
considerare l'immenso valore culturale e
sociale che assumerebbe il recupero
"ufficiale" delle grandi intuizioni di tutte le
civiltà di tutti i tempi che, una volta tolte
dal limbo della ciarlataneria in cui sono
state relegate dal razionalismo (e dalle reli-
gioni) della civiltà occidentale che ancora
domina il pianeta, potrebbero contribuire a
farci uscire dalla situazione attuale che ve-
de, non solo nella sciagurata gestione della
Biosfera, ma soprattutto nella dicotomia
esistenziale in cui sono costretti gli esseri
umani, il totale fallimento della visione
dualistica della realtà.
racconti:
Il bastone da maresciallo
di
Giuseppe Milano
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