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Il leccio e le parole
Nel sole d'agosto riposa
la radice del leccio
- lontana la tempesta -
dorata la sabbia raccoglie
il corpo bianco
staccato dal monte.
Poi sale la luna nel cielo.
Sul leccio addormentato
scivola l'acqua d'argento;
mare di perla,
parole profumate di zagare,
dieci agosto
stelle marine e celesti
salgono scendono,
si accende si spegne l'isola del Tino,
dolcemente il mare
arpeggia sulla sabbia,
e le parole diventano canto,
mentre la luna si arrotonda nel cielo.
Isabella Tedesco Vergano
Dal Santuario di Reggio (Vernazza)
Dove si impone il santuario in veglia
possano il re castagno
e le verdi, rossastre felci
piegate sull’esile fusto dolciastro
riapparire ai miei occhi nostalgici
sotto gli ippocastani folti e ampi
innalzati al cielo ligure,
dove il declivio ombroso di pietre
scolpite da fuggevoli raggi di sole
seguivano turgidi grappoli di vernaccia
dal tronco nero sospesi.
In un atto volarono gravi e leste
le nubi incolte
fasciando le rovine di case basse
all’armonia dei colli.
Si spezzava e si stremava
nel violento mareggio
l’inverdito solco dell’onda
nel gorgoglio di tetre rocce chiazzate
mentre fuggiva il mistero
dalle acque fonde infinite.
Strabiliando tacevo.
Sandro Zignego
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sotto i pini marittimi,
al riparo del castello,
là dove è la pace
nel profumo del verde
e il volo degli uccelli,
con il mio cane. Io
dormirò ancora
a San Terenzo.
Gerard Marie Gabriel Saos
Angelo del mare
o angelo del mare, trasparente
signore degli abissi, tu che vegli
l’equilibrio delle acque, tu che intendi
quale forza segreta muova onde
e maree, tu che conosci
l’invisibile corrente circolante
tra anemoni e coralli e sfiori il dorso
lucente dei delfini e delle mormore
o angelo di vita, quando il vento
si placa e tace il mare e la mia mente
comincia a dileguare
nell’infinito, se conoscere
è lecito e sentire e nominare
un Angelo in presenza, reggi il ritmo
dei miei umani giorni, fammi entrare
nel cuore della vita a onde lunghe
e lente quali lambiscono la riva
oggi di sabbia e pietre, un ondeggiare
calmo e potente, dal centro del mio essere
al centro dell’Amore, che gli dèi
conoscono e distillano irradiando
luce su luce d’ombra
dai golfi non visibili che scindono
onda da onda e in questo separare
congiungono me con me, mare con mare.
Angelo Tonelli
Il Golfo dei Poeti
Tiepido respira il Caprione
a San Lorenzo, quando l'aurora
con dita tese alla gioia del momento
entra nel Golfo dei Poeti.
Il vaporetto introduce il canto
naufrago di Shelley che
immortala tra cielo e schiuma soffici versi
e danze di Sirene e Nettuno.
All'improvviso l'albatros
"Capitan Byron"
sulla torre di Madi Regina
urla stride gracchia forsennato
la piazza trema.
Impallidisce il vento.
Lerici riprende il cammino
sull'acqua verde, con la sua
barca, dispiegata, a vela
e tu non sei più solo
a contemplare il cielo.
Francesco Tonelli
A proposito di
Paesaggi di Poesia:
Raccogliamo in questo inserto i testi
dedicati al Golfo da undici poeti che
risiedono in esso, tutti viventi, a parte
Sandro Zignego recentemente trapassa-
to nell’Altrove, a cui si aggiungono due
ospiti, Lucetta Frisa e Francesco Mac-
ciò, tra i più validi poeti liguri, che alla
nostra terra hanno dedicato un testo
ciascuno; abbiamo inoltre pensato di
inserire una poesia in lingua originale e
traduzione di Gerard Marie Gabriel
Saos, il nobile poeta
clochard
che vive-
va a San Terenzo e adorava il nostro
mare, in cui fu sigillata la sua vita una
notte di tanti anni fa. Altre voci si ag-
giungeranno nei prossimi numeri, a
consacrare attraverso la più libera del-
le arti la bellezza di questa nostra spon-
da di Mediterraneo già cantata da Shel-
ley, e che in tempi recenti è stata dimo-
ra di elezione di scrittori e poeti come
Soldati e Bertolucci. Invitiamo i nostri
lettori a inviarci loro versi dedicati al
Golfo: quelli che ci sembreranno più
adatti verranno pubblicati nei prossimi
numeri.
A partire dal primo ottobre nella sede
della scuola Arthena (località Le Tre
Strade 15, Pozzuolo di Lerici) inizieran-
no i corsi di Teatro, Pittura, Restauro,
Poesia, Pianoforte, Ricerca del Sé, Fi-
lologia greca, libera sperimentazione
creativa e altri.
Per informazioni consultare il sito
www.arthenaweb.org oppure i numeri
3383153159 e 0187966174
Inserto N°1
di
”Libere Luci”
Portovenere
Macchia alta
folgorata dal vento
sbalzata
dal chiarore del mare,
ventosa
sembra crollino i massi
ma restano i piccoli fiori selvaggi,
aculei
nati dalle pietre.
Aria nella luce della notte
di Portovenere
pietra che potrebbe
stravolgersi in vento
e di vento ci nutriamo,
di vento le case
di vento che vieta alle cose
di stare ferme, alle labbra
di tacere, al mare
di fermarsi.
Insieme alla notte
anche lui cammina.
Insonne
va e viene da tutte le sue spiagge.
Ma al mattino
Portovenere è ancora lì
immobile e il nostro cuore
lento vento abbattuto.
Lucetta Frisa
Giglio di mare
Il giglio di mare è un fiore di sabbia,
di poca acqua, un nodo di salsedine
e risacca, è lama
che affonda nell’arsura di questa stanza,
bianca campanula che s’innalza
sciolta dai lacci nella calma
di una tempesta, dissolta
tra Lerici e Turbía in questo
infinito golfo di pietra
e di vento, nei calcoli scombinati
di formule floreali
che bloccano la memoria.
Francesco Macciò