Periodico dell’Associazione Culturale Arthena
Oggi la battaglia mortale
contro la bellezza ha realiz-
z a t o l ' e q u i v a l e n z a
profetica cantata dalle stre-
ghe nel
Macbeth
di William
Shakespeare ("Il bello è
brutto e il brutto è bello. Fair
is foul and foul is fair."),
rendendo gli opposti indi-
stinguibili. Nei casi migliori l'arte indossa
il lutto nostalgico della bellezza, dell'eroi-
smo e dei valori, quando non celebra lo
squallore delle figure del contemporaneo,
oscillanti tra il deforme e l'insensato. Si
tende a dimenticare che la verità del reale
si manifesta nelle forme di contraddizione
che smembrano le configurazioni abituali
della contaminazione col deforme, per ri-
velarci l'inconciliabile diversità della bel-
lezza, la cui vulnerabilità è marchio dell'e-
sistenza sulla terra. La bellezza sospende lo
spazio/tempo fenomenologico aprendo il
frammento alla totalità dell'essere, e la sua
apparizione effimera comporta quel tremo-
re interiore che è sintomo dell'incontro con
una forma duratura.
Sul gradino di luce assoluta
"Nulla è assolutamente bello"
scrisse il vecchio anarchico sul muro
scrostato;
"nihil est absolute pulchrum"
echeggiò l'arcangelo
e la parola irruppe nel mondo
invitando le nazioni
a uscire dalla tenda dei padri.
E l'uomo diventato decrepito
nel percorrere il cerchio magico
toccò finalmente il punto di partenza
incendiando la fabbrica delle illusioni.
La conoscenza del fuoco devastatore
lo depose al centro del deserto
lontano dall'alito degli imprenditori
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Anno 2012
Letteratura
David H. Lawrence - Parte I
Eros e figura femminile
di
Solange Passalacqua
L’ ospite
La poesia come lotta
di
Tomaso Kemeny
Numero 2
Una chiave di lettura
di
Angelo Tonelli
Lawrence è poeta degli opposti. Opposti
che stanno in equilibrio. Essi traggono for-
za da un nucleo centrale, una figura femmi-
nile, a un tempo madre e amante.
La figura femminile che più ha influenzato
la vita dello scrittore, a partire
dall’infanzia, è quella della madre, Lydia
Beardsall: donna frustrata e spenta, conti-
nuamente insoddisfatta, vive legata ossessi-
vamente al mito di appartenere a una fami-
glia distinta e riversa tutte le sue ambizioni
di ascesa sociale, rese impossibili dal ma-
trimonio con un minatore, sull’educazione
dei propri figli. In questo clima di contrasti
e tensioni, crescono i fratelli Lawrence. Ma
non è solo questo ad opprimerli: sono
schiacciati da una vita chiusa, piena di re-
gole, lontana da ogni possibile distrazione,
nel tentativo di emergere dalla misera real-
tà delle miniere di carbone. Ogni scintilla
creativa deve passare sotto il ferreo incita-
mento materno.
La prima donna della vita di Lawrence è la
madre-matrigna, che mina la sua salute (egli
è, fin dai primi anni di vita, cagionevole e di
carattere introverso: un giovane snello, deli-
cato, pallido, quasi femmineo) e i suoi rap-
porti con le altre donne (confesserà anni
dopo la scomparsa materna, di averla amata
come un amante).
Il mondo dello scrittore cambia dopo
l’incontro con Frieda, avvenuto nel 1912:
donna forte e anticonformista, che abbando-
na marito e figli per scappare con lui, attra-
verso l’Europa, alla ricerca di un luogo do-
ve fermarsi, amarsi e poter vivere al di fuori
di pettegolezzi e ristrettezze mentali. La
seconda donna della vita di Lawrence è
l’amante-sorella: Frieda è bella, amorevole,
luminosa, è colei che regge i fili di un intri-
cato labirinto mentale che imprigiona
l’uomo, li districa e piano piano li riordina
armoniosamente. Lawrence, morta la ma-
dre, può finalmente amare e questo amore
lo salva, fino alla fine. La Fenice è bruciata
e rigenerata. E attraverso l’unione uomo-
donna, non solo mentale ma, soprattutto,
fisica, ritroviamo equilibrio, e una volta
equilibrati non possiamo che andare per il
mondo con una nuova consapevolezza. Leg-
giamo nel suo
A proposito di “L’amante di
Lady Chatterley”
:
“il sesso rappresenta
l’equilibrio del maschio e della femmina
nell’universo[…] quest’unità che si compie
a poco a poco, durante un’intera vita a due,
è la perfezione più alta che si raggiunga nel
tempo o nell’eterno. Da essa traggono ori-
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Dopo il successo del primo, eccoci al se-
condo numero di
Libere Luci
. Il giornale si
presenta adesso in un formato nuovo a otto
pagine, con un inserto,
Paesaggi di poesia
,
in cui raccogliamo testi poetici dedicati al
Golfo. Nella centralità assegnata a un’arte
essenziale e svincolata dai circuiti del
dio-
denaro
come la poesia – questa volta
l’ospite è Tomaso Kemeny, uno dei mag-
giori poeti internazionali contemporanei, e
ampio spazio è stato dedicato al resoconto
di
Argonauti nel Golfo degli Dei 2012
, alla
poetica della luce in Dino Campana, trat-
teggiata da Isabella Tedesco Vergano,
all’eros e alla poesia degli opposti di D. H.
Lawrence a cui ci introduce Solange Passa-
lacqua, e alla poesia delle origini, con un
breve ritratto della poetessa sumerica En-
heduanna, a cura di Fabiana del Bianco –
risiede una dichiarazione di politica cultu-
rale ben chiara, che ha caratterizzato e ca-
ratterizza Arthena ormai da tre lustri: quali-
ficare la nostra terra come luogo di poesia,
e la cultura come mezzo di affinamento
spirituale, differenziandoci dalle mode e
dagli spettacolarismi paratelevisivi che di-
lagano e contribuiscono alla distrazione e
disgregazione animica e spirituale dei citta-
dini a livello locale e globale, a tutto van-
taggio di un potere sempre più corrotto, che
si fonda sull’ignoranza e la credulità di
sudditi manipolabili. (Mi piace aprire una
parentesi, a proposito di correttezza e gene-
rosità nella gestione del denaro pubblico:
Arthena, grazie al lavoro volontario di chi
scrive e dei collaboratori, con soltanto ne-
anche cinquemila euro, tra contributi del
Comune e sponsorizzazioni, realizza ogni
anno
Argonauti nel Golfo degli Dei
- in cui
intervengono venticinque artisti -
Altrama-
rea
- venti tra poeti e musicisti - e due ras-
segne,
Fuochi d’inverno
e
Synphilosopheĩn
con un totale di almeno venticinque incon-
tri condotti da studiosi, artisti, pensatori di
fama nazionale e internazionale: mi sembra
che sia un bell’esempio di come si possano
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LIBERE LUCI